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Sopra l'architrave di accesso al transetto è posta la tela raffigurante il Denaro di Cesare, firmata e datata "Tagliatatela 1931", tra gli esiti più felici del pittore sangiulianese.
Si accede quindi al transetto destro con il cappellone di San Michele Arcangelo. L'altare è simile a quello di fronte nel transetto sinistro, ma più ricco nella decorazione. Fu commissionato dal vescovo Rozzolino nel 1852. Un trompe l'oeil fa, anche qui, da sfondo alla statua del protettore della Diocesi racchiusa in una scarabattoli neogotica. San Michele è raffigurato nell'atto di sconfiggere il demonio. Brandisce la spada nella mano destra e con il piede destro schiaccia il ventre del diavolo respingendolo nuovamente negli inferi. Ai lati dell'altare, in due nicchie ricavate nel muro, sono conservati a destra un mezzobusto di Santo Vescovo, e sulla sinistra San Francesco Saverio che battezza un piccolo fanciullo nero. In alto ai lati dell'arco si riconoscono gli arcangeli Raffaele e Gabriele.
Sul lato destro del transetto, simmetricamente alla cappella del Santissimo Sacramento, si apre la cappella dell'Addolorata. L'ingresso è sormontato dalla tela con la Madonna in gloria con i Servi di Maria, firmata e datata "sac. Pasquale Busacca 1928". La struttura architettonica è simile a quella della cappella sul transetto sinistro: due vani, uno spazio per i fedeli ed uno spazio per l'officiante. Tre lunette decorano il primo vano e raffigurano: il Cuore trafitto con coro di angeli sopra l'ingresso, Gesù nell'orto dei Getsemani sulla destra, e la Deposizione sulla sinistra.


Nei pennacchi della cupola si vedono Angeli con i simboli della Passione: la corona di spine, la colonna della flagellazione, il sudario della Santa Veronica e la croce del martirio. Un cielo stellato ricopre la volta illuminata da un cupolino. A sinistra è custodito il sepolcro del vescovo Rozzolino opera dello scultore Antonio Polidori, allievo del Buccini. Di fronte al di sopra di una teca per ex-voti, è la graziosa cantoria, decorata con angeli musicanti in stucco bianco. Al centro del geometrico pavimento è posto lo stemma del vescovo Cosenza. Una piccola balaustra neogotica protegge l'altare settecentesco che funge da base ad una sorta di baldacchino ligneo con comici tortili, che custodisce la preziosa statua dell'Addolorata, in legno policromo, della fine del Settecento. La prima notizia che ne indica la presenza in chiesa risale al 1878, quando per volere del parroco Minutolo se ne introdusse il culto. Nel 1885 fu fondata la Congrega dei sette dolori, primo nucleo dell'Ordine Secolare dei Servi di Maria. Nel 1901 la cappella divenne santuario diocesano. A tutt'oggi è ancora molto sentita presso i casertani la devozione all'Addolorata del Duomo, come testimonia il pellegrinaggio che puntualmente popola la cappella nel giorno di festa consacrato alla Madonna Addolorata. Vi si accede dal transetto destro. Di pianta rettangolare mostra su tre lati 24 stalli lignei e sul quarto lato l'altare marmoreo voluto dal vescovo Cosenza nel 1906, come si legge ai lati della mensa. Sopra l'altare è posta l'importante tavola di Decio Tramontano raffigurante la Madonna con Bambino in gloria con i Santi Rocco e Michele. Sulla parete di fronte è posta una lapide in marmo bianco a ricordo del vescovo Palladino.