Slideshow

L’origine e lo sviluppo della devozione mariana nella Cattedrale di Caserta è legata a vari fattori: la presenza della statua lignea dell'Addolorata, l'inizio del culto limitato ad alcuni momenti dell'anno liturgico, un improvviso sviluppo, l'opera zelante e continua di alcuni sacerdoti, l'impulso dato ad esso dal Vescovo Gennaro Cosenza.
La statua si trovava nella cappella laterale destra del duomo, dedicata alle Anime del Purgatorio, non sull'altare ma in una nicchia laterale. La straordinaria fattura, la grande espressività ne richiamava l'attenzione e la devozione dei fedeli.
Ad una prima visione, l’arch. Catello, docente presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, attribuìla statua alla mano dei Verzillo, una famiglia di scultori del legno di Torre Annunziata.
La prima data relativa alla sua presenza è il 1878, quando il culto della Vergine fu iniziato nella cattedrale dal parroco Minutolo. Esso trovava la sua manifestazione più significativa il Venerdì di Passione, allorché si contemplava il ruolo della Vergine nella Passione del Figlio. Nel 1885 fu fondata poi la congrega dei 7 dolori, primo nucleo del futuro Ordine Secolare dei Servi di Maria. Arriviamo così ad una data particolarmente significativa nella storia del culto: il 1888, allorché un fatto particolare intervenne a dare un nuovo impulso alla devozione. Esso derivò da un evento, avvenuto o creduto tale, che richiamò l'attenzione del popolo verso l'immagine: un presunto movimento degli occhi. Di esso è conservata costante memoria, anche molti anni dopo, come racconta il salesiano don Castellano, in un articolo del Regina Martyrum, primo bollettino della Diocesi e poi solo del santuario, nel numero unico del settembre del 1948.
Un implicito riferimento a tale evento si riscontra nel discorso tenuto dal cardinale Alfonso Capecelatro, arcivescovo di Capua, il 16 ottobre 1898, nella Cattedrale di Caserta, in occasione delle feste per l'incoronazione. Esso viene così presentato: "Questa immagine vi ricorda grazie e miracoli, ottenuti da voi o dai vostri padri, preganti avanti ad essa, con fede; e, tra i miracoli, particolarmente vi ricorda, con inenarrabile gioia, quello che, come si crede, avvenne nel 1888".
Un ulteriore impulso alla devozione si ebbe con Mons. Gennaro Cosenza, il quale volle l'incoronazione dell'immagine da parte del Capitolo vaticano e promosse i lavori di abbellimento della cappella.
L'opera fu realizzata sotto la guida dell'ing. Domenico Santangelo. In esso si ammira un ricco altare che era conservato presso il Convitto nazionale di Maddaloni e che il vescovo Cosenza ottenne per la Cattedrale dopo reiterate istanze. La corona fu realizzata "di ben ottanta once d'oro e fulgida di gemme" da un laboratorio orafo in Napoli. Vi concorse il Vescovo e tutto il popolo.

L'incoronazione avvenne il 9 ottobre 1898, nell'attuale piazza Matteotti, preceduta e seguita da solenni celebrazioni liturgiche.